Scalata magnifica sul Caporal, combinazione via Itaca nel Sole + Tempi Moderni 200 metri; RS2/II 6c+; (5c/A1 obbl). Itaca nel sole è una grande classica dell’arrampicata ed è stata aperta da Gian Piero Motti e Guido Morello, nell’anno 1975. Tempi moderni è stata aperta nel 1972 da Ugo Manera, Gian Piero Motti e Guido Morello.
Magnifica scalata, impegnativa e continua, icona dell’inizio e in qualche modo della fine del “Nuovo Mattino” nella Valle dell’Orco. “Tempi moderni” fu la prima via ad essere aperta al Caporal nel 1972, da una cordata di eccezione: Ugo Manera, Gian Piero Motti e Guido Morello. Nel 1975 Motti tornò con Morello e disegnò “Itaca nel sole” sulle grandi placche centrali, facendo ricorso ai chiodi a pressione.
Accesso
Da Noasca imboccare la galleria per Ceresole Reale e reperire sulla sinistra l’uscita/varco del parcheggio del Caporal.
Itinerario
Lasciata l’auto salire il ripido zoccolo che conduce alla base del Caporal individuando l’attacco della via presso una caratteristica fessura, su un pilastrino a triangolo rovesciato tra due camini.
Salire la fessura 4b (sovente bagnato) fino a un terrazzo dove si traversa a destra. Salire un diedro atletico 5b raggiungendo dopo una lama una placca. Non seguire gli spit (Tapis roulant) ma traversare a destra una placca fino alla S1.
Poi salire la fessura che costituisce il bordo sinistro dell’Orecchio del Pachiderma 4a e rizzarsi sulla punta della lama 5a proseguendo per due fessure parallele 6a fino alla S2.
Seguire una fessura 6a fino a quando questa muore contro una placca compatta. Superarla 6c (chiodi a pressione alternati a spit) o A1 su staffe, per poi traversare a sinistra senza protezioni fino alla S3 5a.
Di qui si continua lungo “Tempi moderni”.
Salire la breve fessura di “Rattle snake” 5b o a sinistra la via originale su un muretto 6c o A1; proseguire lungo dei gradini sostando a metà di un diedro S4.
Quindi salire il diedro atletico 6a sostando all’uscita su una placca (S5).
Salire la placca incisa da un fessurino 5c fino a un chiodo a pressione, da cui si traversa a destra nel diedro 6a. Poi salire il diedro strapiombante 6c+, uscendo in placca di nuovo incisa da un fessurino. Seguirlo 5c fino una cornice che consente di uscire sulla placconata finale, dove vi è la sosta di calata.
Discesa
In doppia lungo la via.
Materiale: in posto ci sono pochi spit, chiodi a pressione degli anni ’70 e chiodi tradizionali. Portare una serie completa di friend, nut e staffe se si sale in artificiale.
Note e info dettagliate: Valle dell’Orco – Maurizio Oviglia edizioni Versante Sud